di Vincenzo Iacovissi
Si è chiusa, non senza colpi di scena e travagli, la crisi virtuale dell’Esecutivo Letta, innescata, lo scorso fine settimana, dal leader del Pdl-Forza Italia, sen. Silvio Berlusconi, come “fallo di reazione” dinanzi alle differenti vedute, interne alla maggioranza, rispetto alla propria decadenza dal seggio senatoriale a seguito della notoria conferma della condanna per frode fiscale da parte della Cassazione del 1 agosto.
Il Governo di larghe intese ha, infatti, chiesto e incassato una fiducia amplissima in entrambi i rami del Parlamento, 235 “si” al Senato e 435 alla Camera, al termine di una delle giornate più convulse della nostra storia, nel corso della quale si è assistito ad un sostanziale superamento della leadership del fronte moderato, dilaniato da una frattura, forse irrimediabile, tra i sostenitori della prosecuzione dell’esperienza di governo e i fautori di una crisi al buio che proiettasse il Paese alle elezioni anticipate, con l’obiettivo, non dichiarato, di arrestare la procedura di decadenza in corso presso la Giunta delle elezioni del Senato.
Appartiene già alla cronaca parlamentare la repentina retromarcia di Silvio Berlusconi al momento delle dichiarazioni di voto, allorquando, constatata la presenza di un nutrito e incoercibile gruppo di dissidenti interni – pronti a dare garanzie di stabilità al Governo – ha modificato stucchevolmente il proprio originario orientamento, virando sulla concessione della fiducia. Il gesto è parso ai più avveduti – e non solo – come l’estremo tentativo di non certificare una sconfitta politica sul piano formale, che resta però intatta e incontrovertibile su quello sostanziale.
Cosa accadrà adesso? È la domanda prevalente delle ultime ore, poiché bisognerà capire come verranno riequilibrati gli assetti interni ad una maggioranza che, seppur numericamente pressoché uguale alla precedente, se ne differenzia, e non poco, sotto il profilo politico. Parrebbe questo il senso delle parole con cui il premier Letta ha replicato ieri sera alla Camera, evidenziando la volontà di privilegiare la maggioranza politica rispetto a quella numerica, con il malcelato tentativo di marginalizzare la posizione di Berlusconi e della componente Forza Italia, sia nella composizione che nell’attività di indirizzo politico.
A questo punto potrebbero accadere diverse cose: conferma degli assetti attuali, rimpasto ovvero crisi di governo. Nel terzo caso – che viene auspicato da chi scrive – il premier, forte dell’accresciuta legittimazione parlamentare, potrebbe comunque recarsi dal Capo dello Stato, per rassegnare le dimissioni e ottenere un incarico per la formazione di un nuovo Esecutivo, il Letta-bis, sostenuto da Pd, Scelta civica, Psi, alcuni ex M5s, più il gruppo dei “popolari”, la formazione politica che sembrerebbe in odore di costituzione da parte dei dissidenti Pdl, guidati dall’on. Angelino Alfano.
Se venisse percorsa questa strada, si giungerebbe a quel chiarimento definitivo, mascherato ieri dalla scelta disperata di Berlusconi, e potrebbe aprirsi una stagione di relativa stabilità per l’azione di governo. Diversamente operando, Letta potrebbe procedere ad un rimpasto interno nell’ambito del Gabinetto in carica oppure, nel caso, peggiore, non mutare alcun assetto rispetto all’attualità.
C’è da dubitare che venga scelta quest’ultima opzione – troppo rischiosa per la tenuta dell’intero sistema –, ma anche l’ipotesi di un rimpasto non darebbe ragione della necessità di chiarezza e semplificazione del quadro maggioranza-opposizione, dopo una settimana di capovolgimenti degli assiomi della vita politica e istituzionale italiana.
Un ultimo aspetto merita attenzione. Su tutto peserà l’atteggiamento che vorranno assumere i 5 Ministri dimissionari/confermati del già Pdl, e degli altri esponenti critici, nei confronti di Silvio Berlusconi. Se vorranno arrivare ad uno strappo definitivo, oppure se abbracceranno la tesi delle “divergenze parallele”, ultimo prodotto – si spera – della sconquassata seconda fase della Repubblica.
Dalla conferenza stampa annunciata da tali Ministri per le 11 ne sapremo qualcosa in più.